Seguire un ‘alimentazione corretta per la metaplasia intestinale è importante per alleviare i sintomi.
Una dieta sana a base di cereali integrali, frutta secca, frutta e verdura aiuta a preservare la mucosa degli organi colpiti e a ridurre il reflusso gastrico.
La metaplasia intestinale è un fenomeno per il quale le cellule sane di un epitelio, principalmente dello stomaco e dell’esofago, si trasformano in cellule dell’epitelio intestinale. Non è un tumore ma una condizione precancerosa, perciò occorre monitorare la situazione nel tempo per evitare che si sviluppino patologie maligne.
Come spesso accade l’alimentazione non è la cura ma aiuta a prevenire la malattia e a tenere a bada i sintomi.
Poiché la metaplasia intestinale colpisce prevalentemente stomaco ed esofago, chi ne soffre deve seguire abitudini alimentari corrette.
Ricordiamo che un’alimentazione corretta favorisce il benessere di tutto l’organismo anche se, da sola, non è mai terapeutica. Essa è sempre e comunque una buona base per cercare di limitare lo sviluppo di patologie.
In questo articolo vedremo qual è l’alimentazione corretta per la metaplasia intestinale: i cibi da preferire e quelli da evitare Ma anche i sintomi di questo disturbo e come si diagnostica. Un approfondimento è dedicato all’esofago di Barrett: una patologia correlata alla metaplasia intestinale.
Alimentazione corretta metaplasia intestinale: sintomi
La metaplasia intestinale colpisce gli organi dell’apparato digerente, il più delle volte stomaco ed esofago. Le sue cause sono ancora ignote, tuttavia essa è più ricorrente nei soggetti che seguono un’alimentazione infiammatoria e che soffrono di reflusso gastrico.
I soggetti affetti da metaplasia intestinale devono quindi avere un’alimentazione rigorosa per limitare le secrezioni di acido e preservare la mucosa gastrica, devono inoltre limitare alcol e fumo.
Oltre a un’accurata scelta degli alimenti, occorre seguire alcune regole di base:
- fare pasti piccoli e frequenti;
- prediligere le cotture semplici;
- alimentazione bilanciata;
- mangiare lentamente.
I pasti piccoli e frequenti limitano le secrezioni acide dello stomaco inoltre, prolungano il senso di sazietà. In questo modo si eviteranno attacchi di fame e il consumo di alimenti confezionati.
Anche la cottura dei cibi è molto importante: da evitare assolutamente il fritto che rallenta la digestione. Da preferire la cottura al cartoccio, al vapore o alla piastra che prevedono un minore uso di grassi.
Seguire un’alimentazione bilanciata aiuta la digestione e limita il bruciore di stomaco. L’equilibrio tra i diversi nutrienti (proteine, grassi e carboidrati) favorisce i naturali livelli di acidità e preserva la mucosa gastrica.
La digestione inizia in bocca, con la masticazione. Mangiare lentamente e senza fretta è quindi un’ottima strategia per favorire la digestione e non stressare troppo lo stomaco.
I cibi da scegliere
Dopo aver visto le buone regole vediamo quali sono i cibi da prediligere in caso di metaplasia intestinale.
Innanzitutto i cereali integrali. I cereali sono alla base dell’alimentazione umana e non vanno mai eliminati (salvo allergie o intolleranze) ma consumati con moderazione in base alle loro caratteristiche. I carboidrati integrali, grazie all’elevato contenuto di fibre aiutano la salute dell’apparato digerente eliminando le tossine e facilitando il transito intestinale.
Particolarmente adatti l’avena e l’orzo: la prima contiene fibre altamente digeribili, favorisce il transito intestinale e sazia a lungo. Può essere consumata in fiocchi per arricchire yogurt o latte o sotto forma di farina per preparare dolci e pane. I suoi chicchi sono la base per primi piatti leggeri e digeribili ma nei supermercati si trova anche la pasta preparata con farina di avena.
Anche l’orzo può essere inserito nell’alimentazione per la metaplasia intestinale: esso svolge un’azione antinfiammatoria, utile per proteggere lo stomaco e la mucosa intestinale. Può essere utilizzato al posto di altri cereali per primi piatti, sia caldi che freddi, e zuppe.
Via libera anche a cracker, fette biscottate e pane purché preparati con ingredienti semplici e non arricchiti da grassi.
Frutta e verdura non devono mancare nell’alimentazione per la metaplasia intestinale. Particolarmente indicate perché molto digeribili: le carote, le patate, i finocchi, i cavoli, i cavolfiori e il sedano. Tra la frutta: banane, mele, pere sono le più indicate. Attenzione: la frutta, giunta nell’intestino, tende a fermentare; meglio consumarla lontano dai pasti, come spuntino.
Tra le proteine è sempre bene scegliere quelle magre: carne bianca, pesce azzurro, legumi e formaggi magri. Pollo e tacchino contengono molte proteine e pochissimi grassi: cotti alla piastra o al forno e accompagnati da verdure sono leggeri e nutrienti. Merluzzo, sogliola, nasello e platessa si prestano a diverse cotture (vapore, piastra, cartoccio o griglia), sono leggeri e gustosi e privi di grassi.
Anche i legumi, ricchi di fibre, proteine e carboidrati non possono mancare nella dieta di chi soffre di metaplasia intestinale. Unica accortezza, lasciarli a bagno diverse ore prima della cottura: in questo modo si eliminano le saponine, sostanze che possono causare infiammazione intestinale.
Lo yogurt svolge un’importante azione prebiotica che aiuta il benessere intestinale. Consumarne una o due porzioni al giorno, meglio se magro e al naturale, aiuta la flora batterica limitando i problemi digestivi.
Anche l’acqua svolge un ruolo importante: partecipa al processo digestivo e diluisce gli acidi prodotti dallo stomaco: in tal modo protegge la mucosa gastrica.
Le tisane sono molto utili, in particolare quelle a base di malva, finocchio, cumino e tarassaco che hanno effetti benefici sulla digestione.
Metaplasia intestinale: i cibi da evitare
L’alimentazione corretta per la metaplasia intestinale prevede la riduzione di alimenti infiammatori o difficili da digerire.
Tra le verdure vanno limitate quelle crude a foglia larga, quali per esempio la lattuga: esse, infatti, fermentano causando tensione addominale e gas intestinali. Attenzione agli agrumi, data la loro acidità possono aumentare il bruciore di stomaco. È quindi meglio consumarli a fine pasto e non come spuntino.
Tutti gli alimenti grassi sono nemici della digestione. Da eliminare, o limitare, formaggi grassi (taleggio, gorgonzola, fontina, mascarpone), carni rosse e pesci grassi (salmone, tonno, sgombro e anguilla). Anche i cibi elaborati vanno eliminati, perciò attenzione a: patatine, snack, prodotti industriali, insaccati e salse.
Da bere con molta moderazione caffè, alcolici e bibite gassate poiché aumentano la produzione di succhi gastrici.
Anche i fritti e gli alimenti da fastfood non vanno consumati, se non occasionalmente. L’alto contenuto di grassi, infatti, mette sotto stress l’apparato digerente provocando infiammazione.
Metaplasia intestinale cos’è
Con il termine metaplasia si indica la trasformazione di una cellula sana appartenente a una tipologia cellulare in un’altra tipologia cellulare.
La metaplasia intestinale è la trasformazione di cellule di un altro apparato, per lo più dello stomaco e dell’esofago, in cellule epiteliali dell’intestino. Non rappresenta un tumore ma è una condizione da tenere sotto controllo poiché potrebbe degenerare e dare origine a lesioni cancerose.
La metaplasia intestinale è una condizione asintomatica che viene alla luce quando si eseguono test diagnostici e visite specialistiche per altre patologie, come ad esempio l’helicobacter pylori, il reflusso gastroesofageo, l’esofago di Barrett o la gastrite atrofica.
Questa trasformazione dell’epitelio può essere causata anche da fumo, abuso di alcol e dieta scorretta. Per questo è importante seguire un’alimentazione corretta per la metaplasia intestinale: favorire i processi digestivi ed evitare infiammazioni limita le trasformazioni dell’epitelio.
La metaplasia intestinale può degenerare in una forma maligna di tumore.
Diagnosi e trattamento della metaplasia
Gli esami diagnostici per accertare la metaplasia intestinale sono la biopsia e l’endoscopia. Quest’ultima permette di studiare da vicino i tessuti degli organi interni mentre la biopsia consiste nel prelievo di un campione di tessuto e nella sua successiva analisi.
Per trattare la metaplasia intestinale occorre limitare i fattori che favoriscono la trasformazione epiteliale. Per questo è fondamentale seguire l’alimentazione corretta che vi abbiamo indicato sopra.
Anche il monitoraggio periodico è importantissimo per tenere sotto controllo le mutazioni dei tessuti.
Metaplasia intestinale ed esofago di Barrett
L’esofago di Barrett è una patologia dell’esofago dovuta al reflusso gastroesofageo. Si manifesta per lo più in pazienti maschi, tra i 50 e i 60 anni, che soffrono di reflusso da diversi anni.
I sintomi sono quelli tipici del reflusso gastrico: bruciore di stomaco, pesantezza dopo i pasti, tosse e bruciore di gola. Per questo, in molti pazienti, si ha una diagnosi tardiva.
L’esofago di Barrett può essere trattato con diversi metodi:
- inibitori di pompa protonica (o gastroprotettori);
- chirurgia antireflusso;
- rimozione della mucosa danneggiata.
L’alimentazione riveste un ruolo molto importante per chi soffre di esofago di Barrett. Essa non rappresenta una cura ma aiuta a tenere sotto controllo la produzione di succhi gastrici e limita l’infiammazione.
L’esofago di Barrett è una patologia che richiede controlli costanti per evitare peggioramenti e per intervenire rapidamente nel caso in cui si trasformi in un tumore dell’esofago.
I soggetti affetti da questa malattia devono seguire una dieta ricca di cereali integrali, frutta e verdura. Devono inoltre limitare gli alimenti grassi e gli alcolici per ridurre i fenomeni infiammatori collegati alla trasformazione delle cellule epiteliali.
Se, nonostante le buone abitudini e un’alimentazione corretta per la metaplasia intestinale, non si riesce a limitare la produzione di acidi nello stomaco, può essere utile assumere integratori per il reflusso gastroesofageo tra cui Neobianacid Digestion sciroppo di Aboca.
Essi limitano la produzione di succhi gastrici e proteggono le mucose dello stomaco, solitamente vanno assunti prima dei pasti principali.
Fonti