Fuoco di Sant’Antonio è il nome con il quale è conosciuto comunemente l’herpes zoster: questa non è altro che una malattia di tipo infettivo, che si viene a creare nel momento in cui il virus che causa la varicella si attiva nuovamente. Se la varicella, che è causata dal virus che si chiama Varicella-Zoster, si manifesta solitamente nei bambini, il fuoco di sant’Antonio è tipico delle persone adulte e delle persone anziane.
Non a caso, la prima volta che l’organismo contrae il virus herpes zoster, si sviluppa la malattia conosciuta come varicella: dopo che si guarisce dalla varicella però, il virus rimane all’interno dell’organismo sotto forma quiescente. Esso riesce a nascondersi dall’azione delle difese immunitarie nascondendosi all’interno dei nervi: tuttavia, nel corso della vita, il virus può riattivarsi causando appunto il fuoco di Sant’Antonio.
Generalmente, il risveglio di questo virus avviene quando c’è un forte abbassamento delle difese immunitarie, ad esempio nel corso di un lungo periodo di stress, oppure quando si inizia a diventare più anziani. Questa malattia si caratterizza con la comparsa di vere e proprie eruzioni cutanee: si tratta di piccole macchie rosse che in poco tempo si trasformano in vere e proprie bolle o addirittura vesciche.
La zona colpita tende a provocare dolore e addirittura prurito.
Cos’è il fuoco di Sant’Antonio
Il fuoco di Sant’Antonio è una malattia di tipo infettivo causata dallo stesso virus che causa la varicella, ovvero l’herpes zoster virus: come si può notare, si tratta di un nome veramente interessante per un virus. Infatti, il nome deriva da due parole greche, che sono “herpeton” e “zoster”, le quali possono essere rispettivamente tradotte in “serpente” e “cintura”.
Questo nome descrive proprio quello che la malattia causa, ovvero una sensazione di bruciore e di dolore causato dalle eruzioni vescicolari che si posizionano sul tronco in modo simile ad una cintura: il virus herpes zoster favorisce specialmente i gangli delle radici dorsali. Tuttavia, questo virus prende anche il nome di fuoco di Sant’Antonio: si tratta di un’accezione davvero mistica e religiosa.
Sant’Antonio Abate, che era un taumaturgo ed un guaritore, fu tormentato dal diavolo mentre si trovava nel deserto: il diavolo si presentò a lui proprio sotto forma di un serpente. Secondo la storia narrata, il santo era legato al “grande spirito di fuoco”, il quale lui stesso aveva associato a diverse malattie che causano un fortissimo dolore ed un intenso bruciore.
Ecco perché, quando furono trasferite le sue spoglie in Francia, le persone che soffrivano di malattie con tali sintomi si recavano li per pregare e ricevere una grazia.
Sintomi principali
Il fuoco di Sant’Antonio porta con sé moltissimi sintomi riconoscibili: innanzitutto, questo si accompagna alla febbre, ad un fortissimo senso di malessere fisico, al mal di stomaco, al mal di testa e in alcuni casi ai brividi. Tuttavia, una delle manifestazioni principali di questo virus fastidiosissimo è il dolore che permane sia nella fase prodromica, che in quella eruttiva: esso può anche continuare dopo la fine dello sfogo.
Inoltre, in aggiunta a questo dolore che ha un’intensità moderata-severa, moltissimi soggetti soffrono non solo di formicolio, ma anche di prurito: molti pazienti descrivono il dolore causato da questa malattia con un dolore urente, pulsante, acuto, lancinante ed addirittura trafittivo. Moltissimi soggetti affetti da questa malattia avvertono anche un fortissimo dolore che si posiziona nella zona a sinistra del petto, molto simile ad un dolore al cuore.
Ci sono dei casi molto rari in cui si ha l’infezione dei neuroni motori che si trovano nelle corna del midollo spinale: questo può addirittura causare una vera e propria paralisi motoria nell’area in cui ci sono questi nervi. Prima della comparsa dello sfogo si assiste ad una fase chiamata prodromica, la quale si caratterizza di un arrossamento della pelle ed una sensazione di intorpidimento o formicolio: questa fase può avvenire anche settimane prima delle eruzioni cutanee.
Cause dell’infezione
Quando si entra in contatto per la prima volta con il virus herpes zoster, tutti i soggetti che non sono stati vaccinati sviluppano la comunissima varicella: essa si manifesta con la comparsa di diverse chiazze rosse che si trasformano ben presto in delle vescicole. Ci sono dei casi, estremamente rari, in cui la varicella si presenta in modo totalmente privo di sintomi: tuttavia, anche una volta guariti, il virus continua a vivere all’interno del corpo.
Infatti, anche se il sistema immunitario riesce ben presto a sviluppare degli anticorpi specifici per neutralizzare il virus, questo non viene sconfitto in maniera definitiva: esso riesce infatti a nascondersi all’interno dei nervi. Ovunque esso si nasconde, è in grado di rimanere silente per lunghissimo tempo, anche addirittura per tutta la vita: in questa fase, il virus non è in grado di moltiplicarsi.
Anche se impossibilitato a replicarsi, il virus rimane comunque in agguato in attesa di un abbassamento delle difese immunitarie: questo calo avviene ad esempio con delle malattie, quando si usano dei farmaci troppo a lungo, quando si è troppo stressati…. Ecco che il virus è quindi in grado di riattivarsi, causando il fuoco di Sant’Antonio: si stima che il 20% delle persone che hanno contratto la varicella si ammalino poi di fuoco di Sant’Antonio.
Fattori di rischio
Secondo la regola generale, tutti coloro che non hanno mai avuto la varicella non potranno mai avere il fuoco di Sant’Antonio, mentre tutte le persone che l’hanno contratta nel corso della propria infanzia, corrono il rischio che il virus si riattivi causando il fuoco di Sant’Antonio. La riattivazione del virus herpes zoster avviene di frequente nelle persone anziane, in quanto l’avvicinarsi della terza età comporta sicuramente un abbassamento delle difese immunitarie.
In aggiunta a questo, anche coloro che sono sottoposti a cure come quella radioterapica o chemioterapica, rischiano di manifestare questa infezione, in quanto nel corpo c’è un abbassamento delle difese immunitarie a causa delle terapie. Ci sono poi dei casi in cui l’infezione avviene in soggetti del tutto sani, le cui difese immunitarie si abbassano per motivi molto semplici come lo stress, un colpo di freddo, una scottatura solare: questo le rende suscettibili.
Le persone che non hanno mai preso la varicella negli anni della propria infanzia, se entrano in contatto per la prima volta con il virus responsabile di entrambe le malattie, possono sviluppare la varicella se non hanno mai avuto il vaccino contro questa malattia. Si tratta comunque di evenienze rare in quanto si stima che circa il 90% della popolazione, negli anni della propria infanzia, contrae questa malattia.
Informazioni importanti
Molti pensano che si possa uscire di casa nel corso dell’infezione, tuttavia moltissimi medici affermano che non si può uscire di casa con il fuoco di Sant’Antonio, in quanto si potrebbero contagiare le persone che ancora non hanno preso la varicella nella propria vita. Il contagio del fuoco di Sant’Antonio può avvenire attraverso il contatto diretto con la sostanza fluida che è contenuta all’interno delle vescicole: al suo interno è infatti presente il virus.
Prima della comparsa dello sfogo cutaneo, il soggetto affetto da questa infezione non è infettivo, e per questo può uscire di casa liberamente: tuttavia, si consiglia di rimanere a riposo quando si avvertono i sintomi come la febbre, la stanchezza o i dolori articolari. Infine, si consiglia di tenersi lontani da donne in gravidanza, persone immunodepressi e neonati, in quanto si tratta delle fasce a maggiore rischio.