come sgonfiare le emorroidi esterne

Come sgonfiare emorroidi esterne? È una delle domande che viene più spesso rivolta a medici e farmacisti. Oggi vogliamo darti la risposta.

Le emorroidi sono infatti un problema di cui soffre gran parte della popolazione adulta almeno una volta nella vita. Attorno a esse però, aleggia sempre un velo di pudore e vergogna, per questo molte persone non le curano in maniera adeguata.

Imparare a trattare i fastidi causati dalle emorroidi è importante per migliorare la propria qualità della vita nei periodi in cui queste si presentano.

Le emorroidi sono vene che si trovano all’ interno del canale anale, precisamente tra l’ano e il retto, e servono a contenere e a espellere le feci. A causa di stitichezza, gravidanze, sovrappeso, sforzi eccessivi e vita sedentaria, possono gonfiarsi, infiammarsi e fuoriuscire dal canale ano-rettale. In questi casi provocano prurito, dolore e in alcuni casi anche il sanguinamento.

Le emorroidi esterne sono molto fastidiose e spesso impediscono il normale svolgimento delle attività quotidiane. Nei casi meno gravi rientrano da sole dopo circa una settimana di cure adeguate, mentre in quelli di maggiore gravità il problema si risolve solo ricorrendo alla chirurgia.

In questo articolo vedremo cosa sono le emorroidi, come sgonfiare le emorroidi esterne, come alleviarne i sintomi e in quali casi è necessario ricorrere all’asportazione.

Come sgonfiare emorroidi esterne

Le emorroidi esterne sono situate sotto la linea pettinea, una linea immaginaria, che separa ano e retto. Di colore rosso scuro, tendente al blu, sono ben visibili a occhio nudo e causano dolore e fastidio soprattutto quando si sta seduti.

Le cause che portano alla fuoriuscita delle emorroidi sono per lo più legate al sovrappeso, alla fragilità venosa e a uno stile di vita sedentario. Anche la gravidanza e fattori ereditari giocano un ruolo importante nella loro comparsa.

Diciamo subito che non esiste un unico rimedio per sgonfiare le emorroidi esterne ma una serie di accorgimenti che possono aiutare a risolvere il problema o ad alleviare il dolore e i fastidi.

Le emorroidi esterne sono divise per gravità:

Il sanguinamento, detto anche trombosi emorroidaria, è una complicanza delle emorroidi che si verifica quando all’interno del cuscinetto emorroidario si formano coaguli di sangue. Le emorroidi esterne trombizzate, in caso di sforzo eccessivo, provocano emorragie più meno abbondanti.

Per risolvere il problema si può adottare un approccio conservativo basato sull’alimentazione e sull’uso di integratori specifici o intervenire chirurgicamente. L’importante è non trascurare i sintomi per evitare che le emorroidi possano limitare la vita quotidiana.

Alimentazione

La stitichezza è tra le cause delle emorroidi esterne.Favorire la morbidezza delle feci con l’alimentazione è un ottimo modo per contenere il problema, soprattutto nel caso di emorroidi di secondo grado.

Le regole di base sono: aumentare il consumo di liquidi (bere almeno 1,5 o 2 litri di acqua o tisane al giorno), mangiare cereali integrali e yogurt e ridurre il consumo di prodotti raffinati e grassi animali. Durante una crisi emorroidaria è bene non consumare spezie e caffè perché sono alimenti infiammatori.

Si consiglia, inoltre, di mangiare ogni giorno vegetali con effetto lassativo: spinaci, bietole, barbabietole e zucchine ma anche kiwi, prugne, pere e albicocche. Questi, e altri alimenti, sono ricchi di fibre e favoriscono il transito intestinale.

Qualora l’alimentazione non sia sufficiente si possono assumere integratori naturali che favoriscono l’evacuazione delle feci o fermenti lattici. Questi ultimi mantengono l’equilibrio della flora intestinale e contrastano la stitichezza. Per sostenere il sistema venoso è molto utile anche assumere integratori appositi a base di ippocastano e mirtillo.

Impacchi di acqua

Gli impacchi d’acqua sono molto efficaci per alleviare i sintomi delle emorroidi. L’acqua tiepida rilassa la muscolatura perianale riducendo la pressione sulle emorroidi. Inoltre, il calore non troppo forte facilita la circolazione favorendo il drenaggio del sangue dalla zona congestionata.

Per aumentare l’effetto degli impacchi di acqua tiepida si può aggiungere del bicarbonato per disinfettare la zona interessata. L’ olio essenziale di calendula e l’ amido di riso, invece, hanno effetto calmante.

Molte persone utilizzano acqua fredda per alleviare il gonfiore e il dolore, ma non è il rimedio più adatto: il freddo, infatti, provoca la contrazione dei muscoli perianali e non permette al sangue di defluire.

Impacchi con acqua fredda tuttavia possono essere utili in caso di sanguinamento o di emorroidi molto gonfie e dolenti. Un altro rimedio sono le applicazioni di ghiaccio, utili soprattutto con le emorroidi di terzo grado che presentano un’abbondante perdita di sangue.

Prima di accostare il ghiaccio all’ emorroide avvolgete il ghiaccio in un panno: il freddo eccessivo potrebbe causare dolore e lesionare la parte già molto infiammata.

Pomate per le emorroidi

In tutti gli stadi si possono applicare apposite pomate a uso topico: esse hanno effetto lenitivo, antinfiammatorio e anestetico locale. Tra quelle anestetiche le più usate sono a base di lidocaina e di benzocaina; quelle antinfiammatorie invece hanno come principio attivo l’idro cortisone acetato e il fluocinolone.

Ci sono anche pomate a base di estratti naturali quali per esempio malva, calendula, rusco o achillea che agiscono come decongestionanti e lenitivi. Anche i gel a base di aloe vera sono molto efficaci grazie all’azione emolliente e antinfiammatoria di questa pianta.

Prima di utilizzarle è bene rivolgersi sempre al proprio medico o farmacista di fiducia.

Prima di applicare le pomate si consiglia di lavare la parte interessata con sapone neutro e di asciugarla con un panno morbido. In genere, le pomate vanno applicate mattina e sera o, comunque, dopo aver evacuato.

Trattamenti per sgonfiare emorroidi esterne

Nelle emorroidi di terzo e quarto grado che, rimanendo per lo più all’esterno, causano dolore e sanguinamento può essere necessario ricorrere alla chirurgia. Dopo un accurata visita, sia manuale che strumentale, il proctologo indicherà al paziente il trattamento più adatto per risolvere il problema.

Le emorroidi di secondo grado devono essere curate con la legatura elastica o con iniezioni sclerosanti. Entrambi i trattamenti si eseguono in ambulatorio, senza anestesia e non hanno effetto risolutivo. In casi più gravi di terzo e quarto grado la chirurgia è l’unica via per risolvere la situazione e permettere al paziente di tornare a una vita normale.

In questi casi, si può procedere all’asportazione delle emorroidi o alla emorroidopessi. Vediamo più nel dettaglio come vengono eseguiti questi trattamenti.

Legatura elastica

Eseguita in ambulatorio e senza anestesia, richiede solo pochi minuti: il chirurgo posiziona un elastico alla base dell’emorroide interrompendo così la circolazione sanguigna. La mancanza di sangue provoca la necrosi e la successiva caduta del gavacciolo emorroidario (ovvero la parte sporgente dell’emorroide).

Nei giorni seguenti all’intervento ci può essere un leggero sanguinamento e un lieve dolore, mentre la ferita guarisce in circa venti giorni.

Iniezioni sclerosanti

Vengono eseguite in ambulatorio, senza anestesia, dal proctologo che inietta nelle emorroidi una soluzione sclerosante. Questa chiude i vasi sanguigni, interrompendo il sanguinamento nell’arco di una settimana. Le iniezioni sclerosanti possono essere ripetute nel tempo a intervalli di almeno due mesi.

Asportazione tradizionale delle emorroidi

Nel linguaggio medico è definita emorroidectomia e si esegue nei casi più gravi in cui la terapia conservativa, le legatura e le iniezioni sclerosanti non siano sufficienti. È una soluzione radicale che risolve il problema in modo definitivo.

L’asportazione delle emorroidi, o meglio dei gavaccioli emorroidari, avviene in ospedale con sedazione locale o spinale e prevede il ricovero per almeno 24 ore dopo l’intervento. Il decorso post operatorio dura tra 4 e 6 settimane ed è molto doloroso: nelle ore seguenti l’intervento vengono somministrati antidolorifici per endovena mentre a casa il paziente dovrà assumerli per bocca.

Nelle settimane successive all’intervento la ferita necessita di molte cure e attenzioni, in particolare: una scrupolosa igiene intima e un’alimentazione molto rigorosa con effetto lassativo e disinfiammante.

Emorroidopessi

È un metodo recente e alternativo all’asportazione tradizionale. L’emorroidopessi viene eseguita in ospedale con sedazione locale o spinale, prevede una degenza di 24 ore e ha un decorso post operatorio di breve durata. L’intervento consiste nel riposizionare le emorroidi nel canale rettale con un particolare strumento chiamato “suturatrice meccanica circolare”.

Questa, oltre a rimettere in sede le emorroidi, ne elimina l’ultimo tratto suturando contemporaneamente i bordi. L’intervento dura pochi minuti e può essere eseguito anche in seguito all’asportazione tradizionale qualora ci siano delle recidive. Non è adatto a tutti i tipi di pazienti perciò sarà il proctologo, dopo aver analizzato il caso, a decidere quale approccio chirurgico utilizzare.

Le emorroidi esterne sono un problema che, se affrontato subito e nella giusta maniera, può essere risolto anche in maniera definitiva, ristabilendo una situazione di benessere. Alla comparsa dei primi sintomi è bene metter da parte il pudore e rivolgersi al proprio medico che saprà indicarci il trattamento più giusto per sgonfiare le emorroidi esterne.