sclerosi multipla dopo i 50 anni

La sclerosi multipla dopo i 50 anni è piuttosto rara ed è conosciuta anche come sclerosi multipla tardiva.

La sclerosi multipla viene diagnostica nella maggior parte dei pazienti tra i 20 e 40 anni mentre in alcuni casi in età pediatrica. In rari casi, si vede insorgere la sclerosi multipla dopo i 60 anni e diagnosticarla è molto complesso. A questa età i suoi sintomi si possono confondere con altre patologie tipiche degli anziani.

La sclerosi multipla (SM) è una malattia neurodegenerativa cronica che colpisce il sistema nervoso centrale provocando la demielinizzazione dei nervi, in particolare quelli ottici, e del midollo spinale.

La demielinizzazione è un processo degenerativo che causa l’assottigliamento, o addirittura la totale distruzione, della guanina mielinica che riveste i nervi. La mielina è una sostanza che permette la conduzione degli stimoli nervosi: il suo deterioramento, quindi, causa le disfunzioni neurologiche tipiche della sclerosi multipla.

Fa parte delle malattie autoimmuni e non è né mortale né contagiosa. La SM è caratterizzata da periodi di latenza che si alternano a fasi di ricaduta.

Negli ultimi anni la ricerca ha fatto molti passi avanti mettendo a punto terapie che, in alcuni casi, possono alleviare i sintomi di questa patologia.

In questo articolo vedremo i sintomi della sclerosi multipla tardiva, come viene diagnosticata e quali farmaci possono alleviarne i sintomi.

Sclerosi multipla dopo i 50 anni come riconoscerla

La sclerosi multipla tardiva è una forma di SM che si sviluppa nei pazienti di età superiore ai 50 anni. Essa ha caratteristiche diverse dalla sclerosi multipla a insorgenza precoce e da quella dell’età adulta.

In particolare, nei pazienti affetti dalla forma tardiva si registrano da subito punteggi più alti sulla scala EDSS e notevoli difficoltà motorie. La scala EDSS, che va da 0 a 10, misura i livelli di disabilità dei malati di sclerosi multipla; i soggetti con più di 50 anni, affetti dalla forma tardiva manifestano fin da subito sintomi molto più gravi e meno rispondenti alle cure.

Diagnosticare l’insorgenza della sclerosi multipla tardiva è molto complicato poiché molti sintomi di questa malattia appartengono anche ad altre patologie, alcune tipiche dell’età avanzata.

Sintomi

I sintomi della sclerosi multipla dopo i 50 anni sono diversi da un individuo all’altro e variano anche nell’intensità. I principali sintomi sono:

Questi sintomi possono presentarsi tutti insieme o separatamente, anche a distanza di tempo.

Quando si parla di stanchezza e affaticamento ci si riferisce a una condizione “patologica” a cui il paziente non trova rimedio nemmeno con il riposo assoluto per molti giorni. Le alterazioni della sensibilità, invece, possono colpire tutti gli arti, anche in maniera diversa. Si può avere formicolio alle gambe e perdita del tatto nelle mani, oppure intorpidimento delle braccia. Tra i disturbi del movimento rientrano anche gli spasmi muscolari, sintomi tipici della sclerosi multipla.

La neurite ottica è uno primi sintomi della malattia. Si tratta di un’ infiammazione del nervo ottico che colpisce, in genere, un solo occhio provocando dolore e causando anche la cecità. Viene diagnosticata tra i 20 e i 40 anni, per lo più tra soggetti affetti da sclerosi multipla.

L’insorgenza della malattia provoca anche altri disturbi della vista tra cui lo sdoppiamento e la difficoltà di mettere a fuoco.

È evidente come questi sintomi della sclerosi multipla dopo i 60 anni possano essere comuni a molte altre malattie. I problemi della vista sono molto comuni nelle persone di mezza età, così come per esempio la necessità di urinare spesso la notte.

E ancora, in età più avanzata, i problemi di deambulazione, il senso di stanchezza cronica e la depressione. Tutti sintomi spesso presenti nei soggetti anziani e che in molti casi portano a un ritardo nella diagnosi della malattia. Ecco perché è particolarmente difficile individuare la sclerosi multipla dopo i 50 anni.

In queste persone anche le cure sono più difficili poiché il decorso della malattia è molto più rapido e violento che nei soggetti giovani e i farmaci somministrati spesso sono efficaci solo per brevi periodi di tempo.

Diagnosi

Al momento non esiste un esame specifico per diagnosticare la sclerosi multipla tardiva (e nemmeno quella infantile o dell’età adulta). I medici applicano la diagnosi differenziale: ovvero escludono prima altre patologie e poi arrivano alla conclusione che si tratti di SM.

La diagnosi di sclerosi multipla inizia con l’anamnesi. Il medico ascolta la storia clinica del paziente, prende nota dei sintomi e della frequenza con cui sono comparsi. Poi il paziente viene sottoposto a risonanza magnetica per verificare lo stato del sistema nervoso centrale.

Si passa quindi all’esame dei potenziali evocati che misura, in modo non invasivo, la velocità con cui vengono trasmessi al cervello gli stimoli nervosi provenienti da occhi, orecchie e arti. In ultimo, si esamina il liquor cerebrospinale che riveste tutto il sistema nervoso centrale.

Il liquor spinale viene prelevato tramite puntura lombare, effettuata sotto sedazione, dopodiché il neurologo analizza i dati raccolti e procede alla diagnosi. Sulla base delle caratteristiche del paziente e della gravità dei sintomi stenderà un piano di cura.

I pazienti affetti da sclerosi multipla tardiva, però, rispondo meno alle cure rispetto a quelli affetti dalle altre forme.

Terapie per la sclerosi multipla tardiva

A oggi, non ci sono cure per la sclerosi multipla. Per rallentarne il decorso e alleviarne i sintomi si utilizzano i cosiddetti “farmaci modificanti la malattia”, così definiti perché non curano ma modificano la patologia.

A questo scopo, vengono usati gli interferoni e il glatiramer acetato che regolano la risposta immunitaria, rallentando il processo di sclerosi dei nervi. Vengono poi somministrarti farmaci antinfiammatori e con proprietà antiossidanti.

Per limitare i sintomi si usano anche farmaci off label, ovvero non specifici per la sclerosi multipla ma idonei ad attenuarne alcune manifestazioni. Tra questi i corticosteroidi, i miorilassanti contro gli spasmi muscolari e gli antidepressivi.

La sclerosi multipla tardiva causa disabilità motoria e difficoltà di deambulazione, costringendo spesso i pazienti alla sedia a rotelle. Per alleviare i sintomi e mantenere il corpo del paziente in discreta forma sono molto utili le sedute di fisioterapia, da svolgere con un professionista specializzato. La fisioterapia, in alcuni casi, può aiutare il paziente ad affrontare meglio i disagi causati dalla disabilità motoria.

Quando le persone sono ancora in grado di deambulare e muoversi liberamente si consiglia anche di praticare attività fisica, sempre sotto controllo di uno specialista. Oltre alla fisioterapia, si consiglia i pazienti di seguire un percorso riabilitativo individuale per recuperare e mantenere la capacità di svolgere tutte le attività quotidiane.

Alimentazione nella sclerosi multipla tardiva

L’alimentazione è molto importante per le persone in età avanzata e, nei pazienti affetti da sclerosi multipla tardiva, può rappresentare un aiuto. Non esiste una dieta apposita per la sclerosi multipla ma alimenti ricchi di antiossidanti, grassi buoni, vitamina D, fibre e sali minerali possono aiutare ad attenuare alcuni sintomi della malattia.

Nei pazienti anziani, donne in particolar modo, una buona dose di calcio contribuisce a limitare l’osteoporosi che potrebbe sommarsi ai già presenti problemi di deambulazione.

Un’alimentazione sana ed equilibrata per esempio può lenire i disturbi intestinali di cui soffrono molti pazienti o ridurre l’infiammazione tipica della malattia. Inoltre, tenere sotto controllo il peso corporeo è importante per i pazienti che hanno una ridotta mobilità.

Ricordiamo, ancora una volta, che la sclerosi multipla tardiva (e tutte le altre forme di SM) è una malattia cronica degenerativa per cui non è ancora stata trovata una cura. I farmaci utilizzati aiutano e gestire i sintomi e rallentano il progredire della patologia ma non sono in grado di bloccarla.

Non esiste nemmeno una dieta ad hoc per questa malattia, ma una sana alimentazione migliora sempre e comunque la salute dell’individuo. Pertanto, seguire le buone norme alimentari, può essere utile anche in presenza di sclerosi multipla tardiva.

Brevi cenni sulla sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una malattia cronica neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale. È una malattia autoimmune: il sistema immunitario aggredisce e distrugge la mielina che ricopre i nervi e ne provoca la sclerosi (indurimento).

La sclerosi multipla colpisce per lo più giovani adulti, in maggioranza donne, ed è molto diffusa in Nord America, Europa, Australia Sud-Orientale e Nuova Zelanda.

Nel 2018, in Italia, i soggetti ammalati erano più di 70.000 e nel mondo 2,5 milioni.

La cause della sclerosi multipla sono ancora incerte ma gli scienziati sono concordi nel ritenere che abbia origine da una molteplicità di fattori. La risposta autoimmune e la localizzazione della malattia in determinate aree geografiche, per esempio, fanno ritenere che abbia cause immunologiche ambientali.

Molti pazienti riferiscono di avere, o avere avuto, un parente di primo grado affetto dalla malattia. Questa casistica fa pensare che ci siano anche cause genetiche, almeno in minima parte. Infine, una causa potrebbero essere le infezioni contratte nell’infanzia e nell’adolescenza. Nella maggior parte dei casi infatti, la malattia si presenta in età adulta quando il corpo è già entrato in contatto con i virus che, è dimostrato, causano la demielinizzazione.

Quelle elencate finora sono solo ipotesi circa le cause della sclerosi multipla, una certezza in merito non è ancora stata raggiunta. Quando la scienza arriverà a comprendere le cause di questa malattia allora potrà esserci, forse, qualche progresso nelle cure.

Fonti

Associazione Italiana Sclerosi Multipla