Le calvizie giovanili, cioè il diradamento e la caduta dei capelli in giovane età, sono un fenomeno sempre più diffuso nella popolazione.
Consistono nella precoce e progressiva perdita dei capelli e colpiscono per lo più i soggetti di sesso maschile, a partire dai 18 anni. In rari casi le calvizie possono manifestarsi anche in adolescenza.
Negli ultimi anni, inoltre, si nota un incremento di ragazze e adolescenti che soffrono di perdita dei capelli.
Le calvizie giovanili, sono un disturbo che genera ansia e stress, soprattutto perché i soggetti che ne sono colpiti non hanno ancora raggiunto una piena maturità e accettazione di se stessi e del proprio corpo.
Con il termine calvizie si indica, in generale, il diradamento e la caduta graduale dei capelli. Si pensa che la perdita dei capelli sia tipica dell’età matura invece, spesso, si verifica anche nei giovani.
La perdita dei capelli può essere transitoria o definitiva. Quando è dovuta a eventi traumatici, terapie farmacologiche o disfunzioni ormonali può essere temporanea. In questi casi può risolversi non appena cessa la causa che l’ha provocata. Se, invece, è dovuta a predisposizione genetica il più delle volte è irreversibile.
In questo articolo indagheremo le cause delle calvizie giovanili, i sintomi e le ripercussioni psicologiche e vedremo i possibili rimedi.
Calvizie giovanili
Con “calvizie giovanili” si fa riferimento al diradamento e alla caduta dei capelli che avvengono a partire dai 18 anni. In casi rari, ma sempre più diffusi, possono iniziare già durante l’adolescenza, intorno ai 14 anni di età.
Ne sono particolarmente colpiti i soggetti di sesso maschile anche se il fenomeno è in aumento tra le ragazze.
La perdita dei capelli mette a dura prova l’autostima e influisce negativamente sui rapporti sociali. I giovani tendono a isolarsi sempre di più, interrompendo molto spesso le relazioni con i coetanei. È frequente anche la caduta in uno stato di depressione. Spesso identificano, erroneamente, la perdita dei capelli con una malattia e soffrono ancora di più.
La calvizie giovanile non è una malattia ma un mutamento della struttura dei follicoli, che si atrofizzano e provocano una diminuzione del ciclo vitale del capello.
Conoscere le cause e identificare i sintomi è fondamentale per intervenire e arginare, laddove possibile, il problema.
Cause delle calvizie giovanili
Vediamo ora quali sono le cause che provocano le calvizie giovanili:
- alopecia androgenetica;
- alopecia seborroica;
- scompensi ormonali;
- diete drastiche;
- stress e depressione.
La caduta di capelli dovuta ad alopecia androgenetica deriva da fattori di tipo genetico ed ereditario. I follicoli piliferi da cui nascono i capelli, reagiscono negativamente alla presenza degli androgeni (gli ormoni maschili) e si indeboliscono. Danno così vita a capelli sempre più fragili e dal ciclo vitale sempre più breve. In ultimo, i follicoli si atrofizzano e non producono più capelli.
L’alopecia seborroica invece, deriva da un’eccessiva produzione di grasso da parte delle ghiandole sebacee. Il sebo in eccesso altera il pH della cute danneggiando i bulbi piliferi. In alcuni casi, stratificandosi sulla pelle del capo, causa anche la forfora che, a sua volta, può provocare la dermatite seborroica.
In presenza di eccessiva produzione di sebo è bene utilizzare shampoo a pH neutro, preferibilmente biologici. Particolarmente indicati gli shampoo solidi che lavano il cuoio capelluto in modo delicato e senza stimolare ulteriormente le ghiandole sebacee.
Anche gli scompensi ormonali che si verificano durante lo sviluppo (tra i 12 e i 13 anni) possono causare la perdita dei capelli.
Un’altra causa della calvizie giovanile sono le diete drastiche e i disturbi dell’alimentazione. Sottoporre il corpo a privazione di cibo, o a un surplus calorico, provoca scompensi ormonali e carenze nutrizionali che possono influire sull’attività dei bulbi piliferi.
In ultimo, ma non per importanza, lo stress e la depressione. Negli ultimi anni, in particolare durante e dopo la pandemia, molti giovani e adolescenti sono stati colpiti da stress e da disordini del comportamento.
L’ansia da prestazione generata dai social provoca nei ragazzi che soffrono di calvizie giovanili un calo dell’autostima e un senso di inadeguatezza. Anche i traumi indotti dal bullismo possono provocare forti traumi che causano la caduta dei capelli.
La calvizie giovanile quindi, può essere il campanello di allarme di problemi ben più gravi che coinvolgono lo sviluppo psicologico dei giovani.
Calvizie giovanili sintomi
Il ciclo vitale e fisiologico dei capelli prevede la nascita, la crescita e la caduta degli stessi. In presenza di calvizie giovanile questo ciclo è alterato dai fattori ormonali, genetici e ambientali che abbiamo visto sopra.
I primi sintomi della caduta precoce dei capelli sono l’indebolimento dei capelli e l’eccessiva produzione di sebo. E’ quindi importante intervenire al manifestarsi di questi sintomi, per arginare il problema e cercare di limitare la caduta.
In seguito arriva la perdita graduale dei capelli. Questa inizia generalmente dalla zona della corona (attorno alla fronte) e delle tempie.
In un secondo momento l’attaccatura dei capelli arretra e si ha la perdita dei capelli nella parte alta: si viene a formare la classica M.
Successivamente iniziano a cadere i capelli nella parte superiore della testa.
Calvizie giovanili femminile
Come accennato prima, negli ultimi anni la perdita di capelli riguarda sempre di più anche le adolescenti e le giovani donne.
Le cause sono per lo più le stesse della calvizie precoce maschile a cui si aggiungono i trattamenti e lo styling aggressivo. L’uso eccessivo di prodotti chimici e il forte calore applicato tramite phon e piastre, portano spesso alla produzione eccessiva di sebo e all’assottigliamento dei capelli.
Per questo è importante scegliere sempre prodotti delicati, che non stimolino eccessivamente la produzione di sebo e non alterino la struttura del capello. Anche l’utilizzo di termo protettori è fondamentale per limitare i danni prodotti dal calore eccessivo durante l’asciugatura e lo styling.
La perdita dei capelli nel sesso femminile non è localizzata ma è diffusa su tutta la testa
Il risvolto psicologico, in questo caso, è ancora più forte che nei maschi. I capelli sono simbolo di femminilità e, soprattutto nelle adolescenti e nelle giovani donne, la calvizie non viene accettata né dalla società né da chi ne soffre. Questo genera ansia, insicurezza, perdita dell’autostima e isolamento.
È quindi importante intervenire appena si nota un eccessivo indebolimento dei capelli o un’elevata produzione di sebo.
Trattamenti per la calvizie giovanile
Come abbiamo visto questo problema riguarda moltissimi giovani: si stima il 18% degli adolescenti.
Le conseguenze psicologiche della calvizie giovanile possono influire in maniera irreversibile sulla formazione della personalità, dei rapporti sociali e della psiche dei giovani. Per questo è importante intervenire al manifestarsi dei primi sintomi.
La scelta migliore è rivolgersi a un dermatologo: egli analizzerà i capelli e la cute, visiterà il paziente e individuerà la causa scatenante.
Identificata la causa della calvizie giovanile occorre agire su di essa.
Se la perdita di capelli è causata da dermatite seborroica il medico consiglierà l’utilizzo di creme, shampoo o lozioni antimicotiche. In generale, è importante non usare prodotti troppo aggressivi per non iperstimolare la produzione di sebo. Nei casi più gravi, per lenire l’infiammazione, vengono somministrati anche corticosteroidi a uso topico.
Se si sospetta una causa di origine ormonale occorre sottoporsi ad analisi del sangue. Sulla base dei risultati il dermatologo potrà prescrivere una cura o inviare il paziente da un altro specialista.
Quando la causa della calvizie giovanile è l’alimentazione, intesa come scarsa nutrizione o malnutrizione, occorre consultare un nutrizionista o uno psicologo. I disturbi del comportamento alimentare, infatti, possono avere conseguenze ben più dannose della caduta dei capelli. Se, invece, la causa è una carenza vitaminica, potrebbe essere sufficiente l’utilizzo di integratori.
I trattamenti per la calvizie giovanile sono orientati a:
- eliminare la causa scatenante;
- nutrire e rinforzare i capelli;
- stimolare i follicoli;
- mantenere i risultati ottenuti con il trattamento.
Quando i trattamenti che abbiamo visto sopra non danno risultati, o quando la situazione è troppo compromessa, si può pensare al trapianto di capelli.
Trapianto di capelli
Se le cure non hanno dato i risultati sperati e i capelli stentano a ricrescere si può pensare all’autotrapianto di capelli.
Va effettuato su cute sana, dopo aver risolto le cause scatenanti della calvizie. Esso tuttavia non da risultati certi e la perdita di capelli può ricominciare.
L’autotrapianto di capelli, nato negli anni ‘50, ha subito moltissimi miglioramenti e oggi si è arrivati a una tecnica mini invasiva chiamata Micro FUE.
Essa consiste nel prelevare bulbi piliferi vitali dalle aree della testa più folte per impiantarli nelle zone diradate. Vengono utilizzati strumenti di alta precisione che non lasciano cicatrici e permettono di innestare singole unità follicolari seguendo il naturale orientamento di crescita dei capelli.
L’autotrapianto è un vero e proprio intervento chirurgico che deve essere svolto da personale medico qualificato, in ambienti sterili. Bisogna quindi affidarsi a cliniche specializzate e ospedali.
Possiamo concludere che le calvizie giovanili non sono una malattia ma un mutamento dei bulbi piliferi causato da stress, alopecia, carenza di vitamine o squilibri ormonali.
Evitare rimedi “fai da te” e rivolgersi al dermatologo quando appaiono i primi sintomi è fondamentale per limitare il diradamento dei capelli.
E se la calvizie non si risolve, imparare ad accettarsi è il modo migliore per ritrovare l’autostima e vivere una vita serena.