come curare le emorroidi

Le persone che sono affette da questo fastidioso disturbo vogliono tutte sapere solo una cosa: come curare le emorroidi. Partiamo, però, dall’inizio, vedendo cosa sono e come si formano.

Le emorroidi sono dei minuscoli cuscinetti composti di tessuto altamente vascolarizzato, che si trovano specialmente nella zona finale del retto, nei pressi dell’ano: si tratta di un’escrescenza delicata che bisogna conoscere per curare al meglio, al fine di non creare danni.

Questi piccoli cuscinetti sono ancorati in modo saldo alla parete del cavo anale, grazie alla presenza di particolari legamenti fibrosi che le tengono li dove sono.

Ci sono delle particolari circostanze in cui questi piccoli cuscinetti possono infiammarsi e crescere più del dovuto. Generalmente, non sono visibili a occhio nudo ma, quando si infiammano e si ingrossano, possono essere facilmente visti.

Quando avviene la flogosi, ossia la dilatazione di questi cuscinetti noti come emorroidi, ci sono delle buone possibilità che si verifichino: dei prolassi, un sanguinamento o addirittura dei trombi, ovvero dei veri e propri coaguli di sangue.

In queste circostanze, non si parla più di semplici emorroidi ma, addirittura, di patologia emorroidale o emorroidaria. Nel primo stadio, le emorroidi si presentano sotto forma di protuberanze dolenti e dure che possono uscire dall’ano. Inoltre, causano prurito e bruciore.

Sono diversi i fattori che contribuiscono l’infiammazione di questi cuscinetti come, ad esempio: le spinte per l’evacuazione, la stitichezza cronica, il troppo tempo passato sul WC oppure il periodo della gravidanza.

Classificare le emorroidi per capire come curarle

Al fine di capire come curare le emorroidi quando esse si presentano, è necessario praticare una differenza tra quelle che sono due tipologie diverse di emorroidi: quelle interne ed esterne.

Per quanto riguarda le emorroidi interne, si tratta di protuberanze che rimangono situate dentro il cavo anale e si possono osservare al di sopra della famosa linea dentata o pettinea. Questa è una linea immaginaria studiata dai medici al fine di separare il canale in due sezioni. A determinare la demarcazione è la mucosa che riveste tale cavo, che cambia a seconda della zona.

In merito alle emorroidi interne, invece, è possibile affermare che esse non possono essere viste a occhio nudo. Non provocano dolore e possono uscire all’esterno solamente nel momento della defecazione, per poi tornare al loro posto in modo spontaneo.

Quando però avviene il prolasso oppure alle emorroidi si associano anche le ragadi, queste iniziano a causare dolore. Per quanto riguarda le emorroidi esterne, queste si trovano al di sotto della famosa linea pettinea o dentata, proprio sul margine dell’ano.

Tali emorroidi sono facilmente osservabili a occhio nudo, si posizionano vicino all’ano e fuoriescono sotto forma di protuberanze dolorose e dure. Un altro fattore che, dunque, incide quale differenziazione delle emorroidi è certamente il dolore.

Come crescono le emorroidi?

Come si è visto, le emorroidi non sono altro che dei piccoli cuscini composti di un tessuto spugnoso e vascolare: si tratta dunque di un tessuto al cui interno è possibile trovare vene, capillari e anche arterie.

Nel momento in cui le emorroidi diventano sanguinanti, dolorose oppure gonfie bisogna preoccuparsi, in quanto si tratta di manifestazioni che sono tipiche della manifestazione emorroidaria.

Nel dettaglio, lo sviluppo della malattia emorroidaria avviene quando si ha una congestione di sangue, il quale si accumula all’interno di questi cuscinetti, facendoli crescere sempre di più e appesantendoli: in questo modo, essi scivolano proprio verso il basso.

Tale scivolamento comporta, di conseguenza, la rottura di quelle che sono le pareti dei vasi, facendo sfiancare i tessuti che compongono il retto e l’ano, in quanto devono sostenere un peso maggiore.

Successivamente, le vene iniziano a protrudere muovendosi verso l’esterno dell’ano, facendo avvenire così un prolasso, che porta con sé buona parte della mucosa che ricopre le emorroidi.

Molte ricerche hanno evidenziato che la malattia emorroidaria colpisce circa il 5 o 10% della popolazione adulta, mentre il 50% della popolazione ha già incontrato o incontrerà questa condizione nel corso della propria vita.

Cause delle emorroidi

Prima di comprendere quali sono le misure da attuare per capire come curare le emorroidi esterne, è necessario assolutamente conoscerne le cause.

Le emorroidi possono essere prevenute o non presentarsi mai, evitando alcuni comportamenti. Sono davvero numerosi i fattori che portano allo sviluppo della malattia emorroidaria e, proprio per questo, si tende a definirla, in ambito medico, come malattia multifattoriale.

Una delle cause maggiormente influenti sullo sviluppo delle emorroidi è sicuramente la cattiva alimentazione, specialmente un’alimentazione che contiene un numero scarso di fibre e un consumo d’acqua davvero basso.

Senza le fibre l’intestino non funziona in modo corretto, in quanto esse sono sostanze fondamentali per la mobilità intestinali. Se non si beve sufficiente acqua, inoltre, le feci risulteranno sempre dure e difficilissimi da espellere.

C’è da dire che la cattiva alimentazione comporta delle alterazioni dell’alvo, quindi porta alla stitichezza o alla diarrea: queste non fanno altro che far peggiorare la condizione di questi cuscinetti vascolarizzati. In caso si abbia difficoltà per più giorni a defecare, è consigliabile assumere degli integratori per la stitichezza, ad esempio come Sollievo Fisiolax di Aboca.

Infine, ci sono addirittura alcuni alimenti che irritano le emorroidi in sé: si tratta di alimenti come il cioccolato, le spezie, i cibi piccanti, gli insaccati e infine l’alcol, in quanto contribuiscono alla dilatazione venosa.

Come si curano le emorroidi?

Come si è potuto vedere, capire come prevenire le emorroidi è sicuramente importantissimo, così come è importante anche sapere come si curano le emorroidi. Ci sono moltissime persone che si affidano solo a internet per capire come curare le emorroidi interne, in quanto hanno vergogna di confidare la propria condizione al proprio medico.

Tuttavia, si tratta di un comportamento estremamente sbagliato, perché auto medicarsi oppure ignorare il problema porta solo a un peggioramento della situazione, nella maggior parte dei casi. Spesso, ci si rivolge al proprio medico solo quando la situazione è in una condizione irrimediabile: questo non va bene e non permette la guarigione.

Ci sono poi dei sintomi tipici della malattia emorroidaria che però sono simili ai sintomi di altre patologie, e per questo motivo si può facilmente confondere questa condizione con un’altra simile.

Ecco perché, non appena si avvertono i primi campanelli di allarme, risulta necessario consultare il proprio medico di fiducia, il quale fornirà una cura adatta alle proprie esigenze.

In base alla classificazione che abbiamo fatto all’inizio sulle tipologie di emorroidi, potresti trovare interessante anche il nostro articolo su come sgonfiare le emorroidi esterne.

Altri fattori di rischio che causano la comparsa delle emorroidi

È sempre più diffusa la convinzione che, a causare la malattia emorroidale, sia solo la cattiva alimentazione: in realtà non è così, perché come si è detto, la malattia emorroidale è di tipo multifattoriale, quindi causata da più elementi.

Tra gli altri fattori che causano questa malattia non si può non menzionare la stitichezza cronica: infatti, nel corso della defecazione, quando ci si sforza troppo o si passa troppo tempo sul wc, non si fa altro che irritare maggiormente le emorroidi.

Ci sono dei casi in cui la gravidanza favorisce la comparsa delle emorroidi, rendendo così le donne dei soggetti molto più suscettibili alla comparsa delle emorroidi in gravidanza oppure possono insorgere in seguito al parto.

Sono diversi i fattori che contribuiscono in questo caso: tra questi si menzionano la pressione pelvica causata dal feto e i cambiamenti ormonali che sono causati dalla gestazione.

Tra le altre cause che aumentano il rischio di malattia emorroidaria bisogna ricordare lo stile di vita non equilibrato. Fumare sigarette, stare sempre seduti oppure non praticare nessuno sport o tipo di attività fisica di certo contribuisce alla malattia.