Epicondilite: rimedi efficaci per contrastare l’infiammazione sono certamente le infiltrazioni. A coloro che soffrono di problematiche relative alla zona del gomito o del gomito del tennista, sottoporsi a infiltrazioni nella zona del gomito può dare un veloce sollievo.
Esistono differenti opinioni riguardo le infiltrazioni. A volte si consiglia di iniziarle all’insorgere dei primi fastidi e dolori. Altri pensano che sia meglio utilizzarle come ultimo rimedio, dopo che altri trattamenti non hanno sortito gli effetti desiderati.
Le infiltrazioni non sono un’automedicazione: sono un trattamento che deve essere eseguito da un medico specializzato. Questi esegue un’iniezione all’interno del gomito servendosi di un farmaco scelto sulla base delle problematiche presenti o delle patologie in corso.
Gli aghi che vengono utilizzati per questa pratica sono molto sottili e permettono al farmaco di agire direttamente sull’articolazione, in profondità.
Infiltrazioni per l’epicondilite
Nel trattamento dell’epicondilite, il farmaco utilizzato dipende da persona a persona e viene scelto in base al dolore e alla patologia, oltre che alla densità del farmaco stesso.
Anche il dolore percepito durante l’iniezione è soggettivo. Nella maggior parte dei casi, questo è leggero. Altre volte, somiglia a un bruciore. Per questa ragione, alcuni medici, trovandosi di fronte a pazienti molto sensibili al dolore, possono decidere di unire al farmaco dell’anestetico.
Il principale vantaggio nel sottoporsi alle infiltrazioni per il trattamento dell’epicondilite è quello di interrompere la reazione a catena che si crea con il dolore. Questa, infatti, può portare anche all’immobilizzazione dell’arto, aumentando ulteriormente la percezione del dolore. Inoltre, questo tipo di terapia è tra le meglio tollerate nel trattamento delle problematiche del gomito.
Procedure
Le terapie più utilizzate per il trattamento del’epicondilite sono di tipo cortisonico. Oppure sono delle infiltrazioni che usano un gel di tipo piastrinico per prelevare un campione di piastrine e ricavare ciò che viene chiamata una pappa piastrinica.
Questa pappa, ottenuta attraverso un prelievo di sangue, serve a supportare la crescita e lo sviluppo dei tessuti, aiutando la rigenerazione anche dei vasi sanguigni.
Con questo trattamento, però, non sempre si ottengono i migliori risultati. Inoltre, la terapia può avere costi elevati, rendendola un’opzione per pochi.
Nel caso in cui venga utilizzato dell’anestetico, l’effetto delle infiltrazioni è da considerarsi temporaneo. Per uno sportivo che pratica a livello agonistico, tuttavia, questo può essere molto importante, anche come soluzione momentanea per ridurre il dolore.
Solitamente, per i massimi benefici, l’anestetico viene utilizzato insieme al cortisone, e all’infiltrazione segue poi una terapia fisioterapica.
Effetti collaterali
Nella maggior parte dei casi, i pochi effetti collaterali che queste iniezioni presentano non sono correlati alla terapia in sé, ma allo stato di salute della persona. Questo viene valutato con attenzione prima di eventuali infiltrazioni, specie se il cortisone dovrebbe essere iniettato a persone che soffrono di diabete, osteopenia o osteoporosi e degrado delle proteine. La stessa attenzione viene data in caso di infezioni in corso, necrosi dei tessuti e perdita della melanina della pelle.
L’utilizzo prolungato del cortisone ha degli effetti collaterali anche gravi, che intaccano i tendini e peggiorano la situazione già esistente. Questa è una delle ragioni per cui le infiltrazioni, di solito, non sono la prima terapia consigliata per il trattamento dell’epicondilite.
Tra quelle più consigliate troviamo piuttosto i percorsi riabilitativi e fisioterapici personalizzati, che consentono di alleviare il dolore e, allo stesso tempo, di riacquistare forza e capacità di movimento.
Rimedi contro l’epicondilite
I tempi di trattamento dell’epicondilite condotto con infiltrazioni tra le articolazioni del gomito possono variare da persona a persona. A questi si aggiungono, poi, i tempi della riabilitazione.
Per questa ragione, è molto importante seguire scrupolosamente la terapia e gli esercizi che lo specialista consiglierà, evitando di sviluppare una condizione cronica di dolore, certamente più difficile da trattare.
Se le infiltrazioni e la riabilitazione non dovessero essere sufficienti, i casi più gravi di epicondilite possono essere trattati con la chirurgia.
Epicondilite: rimedi
Prima di presentare i possibili trattamenti alternativi alle infiltrazioni, è bene conoscere le cause che portano a sviluppare tale patologia del gomito, per decidere nel modo migliore a quale tipo di trattamento sottoporsi. Molte persone, infatti, per scelta, necessità o stile di vita, non vogliono ricorrere all’utilizzo di farmaci. Optano per una via più naturale, in alcuni casi ugualmente efficace, ma con tempi di recupero più lunghi.
L’epicondilite è un’infiammazione che colpisce i muscoli e le articolazioni che si trovano nella parte laterale dell’omero, cioè i muscoli epicondiloidei, che si stendono fino al polso.
La problematica che più colpisce i muscoli epicondiloidei è determinata dalla loro struttura. Questi muscoli, infatti, si infiammano facilmente perché convergono tutti all’interno di un solo osso, molto piccolo. Così facendo, lo sottopongono a uno sforzo, sovraccaricandolo a livello funzionale. Ciò può generare problematiche relative all’estensione del polso.
Cause
Una delle cause principali di questa patologia è la pratica di sport che richiedono un grande sforzo nella zona del gomito. Ad esempio, il sollevamento pesi o, appunto, il tennis. Tuttavia, dolori a livello muscolare si possono sviluppare anche se non si pratica alcuno sport.
Infatti, chi svolge dei lavori manuali con un’attrezzatura molto pesante, ad esempio in cantiere, può sviluppare l’epicondilite. E può accadere anche a chi cuce a mano, a chi fa lavori in giardino o compie in modo ripetitivo il medesimo movimento, soprattutto se usa strumenti che producono vibrazioni.
Sintomi principali
Il primo sintomo che non dev’essere assolutamente trascurato è la comparsa del dolore, che inizia in modo graduale e che aumenta divenendo sempre più invalidante. In certi casi, è difficile riuscire a muovere e a piegare il gomito senza provare dolore.
Soprattutto se si tratta del braccio dominante, quello maggiormente colpito dall’epicondilite a causa del sovraccarico a livello funzionale. Di rado, la patologia dà gonfiore a livello del gomito.
È importante non sottovalutare il dolore percepito al gomito, anche nei casi in cui l’arto è a riposo, di notte. I sintomi più comuni sono, infatti: dolore percepito sia a riposo sia durante il movimento e dolore al braccio e lungo l’avambraccio. Questo segnala la presenza di un’infiammazione del tendine.
Epicondilite: rimedi complementari e fisioterapia
È importante considerare i rimedi naturali per l’epicondilite non come dei trattamenti sostitutivi, ma come parte integrante di un trattamento più complesso. Soprattutto nelle fasi iniziali dell’infiammazione e alla comparsa dei primi sintomi, quando il dolore è ancora gestibile. In questi casi, è sempre consigliato rivolgersi prima di tutto al medico, che potrà prescrivere antinfiammatori o consigliare degli integratori adatti al trattamento della sintomatologia dolorosa.
Il ghiaccio: in alcuni casi risulta essere un antinfiammatorio molto efficace. Applicato un paio di volte al giorno per 15 minuti circa sulla zona da trattare, riesce, insieme alla fisioterapia, a migliorare la situazione.
Un altro trattamento può essere costituito dall’uso delle onde d’urto, associate agli esercizi che il fisioterapista saprà consigliare. Il miglioramento avverrà gradualmente e il dolore si allevierà giorno dopo giorno.
Tra i migliori rimedi naturali, molto utilizzati per trattare questo tipo di infiammazione, ci sono sostanze naturali come l’arnica. A queste è possibile associare un massaggio profondo, svolto da un professionista.
Nell’attesa di un ritorno alla normalità, si consiglia di non sottoporre il gomito al tipo di attività che hanno portato alla sua infiammazione. Inoltre, è bene seguire scrupolosamente la terapia e gli esercizi di stretching consigliati dal fisioterapista per continuare a praticare l’allungamento della muscolatura.