Mononucleosi

La mononucleosi è una malattia di ha origine infettiva, che colpisce l’organismo intero dopo il contatto con un virus: si tratta di una malattia che si manifesta con la comparsa di un grande numero di sintomi. Il virus responsabile della mononucleosi si trasmette attraverso lo scambio di saliva nella stragrande maggioranza dei casi: ecco perché questa malattia è conosciuta comunemente come “malattia del bacio”.

Il virus che porta alla comparsa di questa malattia prende il nome di virus di Epstein Barr, ed è un virus che fa parte della famiglia grandissima degli herpes virus. Tra i sintomi più comuni della mononucleosi è possibile menzionare l’astenia (ovvero il costante senso di stordimento e spossatezza), l’ingrossamento dei linfonodi (specialmente di quelli che si trovano all’interno del collo), la faringite, la febbre alta.

Generalmente la mononucleosi non è una malattia pericolosa, infatti nella maggior parte dei casi la guarigione avviene senza grandi complicazioni: in particolare, in adulti ed adolescenti le manifestazioni di questa patologia spariscono solo dopo alcune settimane. Tuttavia, anche dopo la guarigione dai sintomi visibili, moltissimi soggetti avvertono un persistente senso di stanchezza generalizzata. Rarissimi sono i casi in cui si assiste alla rottura della milza, in seguito al suo ingrossamento causato appunto dal virus di Epstein Barr.

Sintomi

Inizialmente, tra i primissimi sintomi attraverso i quali si manifesta la mononucleosi è possibile ascrivere quelli tipici dell’influenza stagionale: quindi, nei soggetti si presenta il senso di spossatezza, il mal di gola, l’ingrossamento dei linfonodi e la febbre, che può raggiungere temperature davvero elevate. Ovviamente, queste manifestazioni sono causate sia dall’aumento delle cellule mononucleate, che sono monociti e linfociti, sia dalle sostanze da esse prodotte al fine di contrastare il virus.

In merito al periodo di incubazione di questa infezione, è possibile osservare che esso è molto lungo, e può variare dai 30 ai 50 giorni addirittura sia tra gli adolescenti che tra gli adulti. Invece, per quanto riguarda i soggetti in età infantile, il periodo di incubazione varia dai 10 ai 15 giorni: nei bambini, questa malattia si sviluppa in una forma quasi priva di sintomi.

Prima dell’infezione, e più precisamente nella fase prodromica, si manifestano dei sintomi come la cefalea, il malessere fisico, una lieve febbre, dolori muscolari, mancanza di appetito, sudorazione eccessiva: insomma, sintomi simili ai malanni invernali. Invece, quando il virus prende il sopravvento sul sistema immunitario, iniziano a manifestarsi dei sintomi molto più intensi come il mal di gola, la presenza delle placche sulle tonsille, l’ingrossamento eccessivo dei linfonodi, la febbre elevata.

Cos’è la mononucleosi

Si è già visto cos’è la mononucleosi, ovvero una malattia di tipo virale che si manifesta quando il virus di Epstein Barr entra nel corpo ed abbassa le difese immunitarie: ma come ci si accorge della presenza di questo virus? Molti iniziano a sospettare di aver contratto questo virus quando si manifestano tutti insieme alcuni sintomi ben specifici: tra questi si ricordano la febbre, la faringite, la comparsa di placche biancastre sulle tonsille, l’ingrossamento di linfonodi e della milza.

A causa della somiglianza dei sintomi, però, è possibile confondere la mononucleosi con altre malattie come l’epatite virale, la toxoplasmosi, la rosolia e la malattia causa dal citomegalovirus: si tratta di malattie virali come la mononucleosi. Ecco perché, al fine di ottenere una diagnosi certa, è necessario studiare qual è la presenza dei linfociti che si trovano all’interno del sangue: in aggiunta a ciò, è possibile condurre test di anticorpi e test sierologici.

Al fine di confermare il sospetto di mononucleosi, si consiglia di condurre degli esami del sangue ed immunologici specifici per la mononucleosi: tra questi ci sono l’esame emocromocitometrico, il monotest, la ricerca degli anticorpi EBV. Una volta effettuati questi test, sarà possibile accertarsi della presenza del virus di Epstein Barr all’interno del corpo: in questo modo, sarà possibile effettuare una cura specifica e accurata contro la mononucleosi.

Cause

La mononucleosi è una malattia di tipo virale che si manifesta una volta contratto il virus di Epstein Barr: si tratta di un agente virale che può essere ascritto alla famiglia degli herpes virus, i quali sono responsabili anche di herpes genitale e labiale, varicella e fuoco di Sant’Antonio. Così come gli altri virus che fanno parte della stessa famiglia, anche il virus di Epstein Barr rimane per sempre all’interno del corpo e può manifestarsi quando ci sono degli abbassamenti delle difese immunitarie.

Una curiosità che non tutti sanno è che questa malattia causata dal virus di Epstein Barr prende il nome dalla reazione che il corpo ha quando entra in contatto con il virus: infatti, quando a contatto con il virus, l’organismo produce una maggiore quantità di cellule mononucleate e monociti. In merito alla contagiosità, si può dire che la mononucleosi è una malattia caratterizzata da una modesta contagiosità

Mononucleosi

Secondo le statistiche, la mononucleosi tende a colpire più facilmente i bambini e gli adolescenti, anche se una piccola percentuale di persone contagiate è costituita da soggetti adulti. In linea di massima, questa infezione si trasmette facilmente quando il sistema immunitario è debole: questo avviene ad esempio durante un lungo periodo di stress oppure dopo essere usciti da una malattia fortemente debilitante.

Fattori di rischio

La mononucleosi è una patologia diffusa davvero in tutto il mondo: nei paesi industrializzati, circa il 50% degli individui la contraggono nel corso della propria adolescenza. Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, invece, si tratta di una malattia che compare in modo più precoce, colpendo più della metà della popolazione: ci sono delle stime che indicano che circa il 90% della popolazione entra in contatto con il virus almeno una volta nella vita.

Proprio perché si tratta di una malattia così altamente contagiosa, la mononucleosi può addirittura causare delle piccole epidemie o dei focolai, specialmente se ci sono condizioni come sovraffollamento, scarsa igiene oppure stretto contatto con gli infetti. In merito a come si prende la mononucleosi, si è già detto che questa viene chiamata “la malattia del bacio”, in riferimento proprio alle modalità di trasmissione.

Infatti, il virus di Epstein Barr passa da un soggetto all’altro attraverso la saliva, attraverso i rapporti sessuali non protetti, le urine e le trasmissioni di sangue. Ci sono però anche delle modalità indirette attraverso le quali il virus si trasmette, come ad esempio l’uso di oggetti infetti come giocattoli, posate, bicchieri o piatti.

Infine, anche le goccioline di sudore e quelle di saliva sono delle portatrici di questo virus. Tuttavia, una volta che il corpo viene contagiato dal virus e si manifesta la mononucleosi, è molto raro che questa malattia si ripresenti nuovamente.

Come si cura la mononucleosi

Per quanto riguarda la cura per la mononucleosi, c’è da dire che non esistono dei farmaci studiati appositamente per debellare questo virus: ecco perché i pazienti affetti da mononucleosi devono seguire necessariamente delle terapie sintomatiche. Per questo motivo si prescrivono generalmente degli antipiretici e degli analgesici, al fine di fornire sollievo da quelli che sono i sintomi portati dall’infezione.

Generalmente, la mononucleosi si risolve nel giro di due o tre settimane dalla comparsa dei sintomi, ed è raro che si ripresentino delle ricadute croniche nei pazienti: tuttavia, anche dopo la guarigione, molti avvertono un senso di stanchezza e difficoltà a concentrarsi. Questo è dato dal fatto che, anche una volta guariti, il virus continua a risiedere latente all’interno delle ghiandole: esso può dunque riattivarsi e causare la sindrome da fatica cronica.

Moltissimi medici suggeriscono ai soggetti infetti di riposare a letto per 6 o 8 settimane, evitando tutti quelli che sono gli sforzi fisici. In particolare, bisogna prestare grande attenzione alla milza perché essa si ingrossa: ci sono poi rari casi in cui questa può addirittura rompersi.

Fonti