Il vaccino per il fuoco di Sant’Antonio è stato sviluppato all’inizio degli anni 2000 negli Stati Uniti ed è arrivato in Italia nel 2013. A oggi esistono due tipi di vaccino per questa malattia, conosciuta comunemente come herpes zoster.
È una malattia che si sviluppa quando si riattiva il virus della varicella e colpisce in genere le persone in età adulta di età superiore ai 50 anni.
Il fuoco di Sant’Antonio è caratterizzato dalla comparsa di eruzioni cutanee: piccole macchie rosse che in poco tempo si trasformano in bolle o addirittura vesciche. Queste, nei casi più gravi, possono colpire anche i nervi sottostanti. Nel 90% dei pazienti si sviluppa la nevralgia post-erpetica (NPH), ovvero un dolore continuo, simile a una scarica elettrica che colpisce la parte sottostante le vesciche.
Vaccinarsi è molto importante, soprattutto per le persone a partire dai 50 anni che hanno un rischio maggiore di contrarre il virus e di sviluppare complicanze.
Oggi in Italia sono disponibili due tipi di vaccini per il fuoco di Sant’Antonio che controllano la replicazione del virus e offrono una protezione efficace a lungo.
Vaccino contro il fuoco di Sant’Antonio
In seguito alla pandemia c’è stato un incremento dei contagi da herpes zoster, con migliaia di persone over 50 colpite dalla malattia. Fino a ora il vaccino contro il fuoco di Sant’Antonio non era molto diffuso, ma negli ultimi tempi sempre più individui si sottopongono alla somministrazione del vaccino.
La vaccinazione anti herpes zoster nasce nei primi anni 2000 negli Stati Uniti ed è arrivata in Italia nel 2013. A oggi nel nostro Paese sono disponibili due tipi di vaccino che controllano la replicazione del virus: il vaccino ricombinante e il vaccino vivo attenuato.
Entrambi i vaccini sono molto efficaci per evitare lo sviluppo della malattia e le sue conseguenze più gravi, quali la nevralgia post-erpetica. Dati clinici di mostrano il 91% di efficacia contro l’Herpes zoster e l’89% contro la nevralgia post erpetica. La protezione dal virus dura circa sette anni.
Il vaccino contro il fuoco di Sant’Antonio è consigliato per le persone a partire dai 50 anni, età in cui aumenta il rischio di contagio e di complicazioni. Il Sevizio Sanitario Nazionale lo prescrive per i pazienti oltre i 65 anni di età.
Soggetti immunodepressi o con particolari patologie, come problemi cardiaci o diabete, dovrebbero vaccinarsi anche prima di questa età.
Il vaccino ricombinante
Il vaccino ricombinante è più moderno, specifico e completo rispetto a quello a virus vivo attenuato. Ha al suo interno una glicoproteina del virus varicella zoster (vzv) ed è molto efficace nel prevenire sia l’insorgenza del fuoco di Sant’Antonio sia un suo aggravamento.
Questa vaccinazione può essere iniettata anche a pazienti fragili che abbiano compiuto i 18 anni. Si somministra in due dosi con un intervallo di tempo tra i due e i sei mesi.
Vaccino a virus vivo attenuato
Questo vaccino contro l’herpes zoster esiste da molti anni e contiene il virus varicella zoster in forma attenuata. La sua efficacia è inferiore rispetto al vaccino ricombinante e la somministrazione del vaccino avviene in un’unica dose.
Le controindicazioni prevedono che non sia somministrato a donne in gravidanza e a pazienti immunodepressi o che stiano facendo terapie immunosoppressive. Non può essere somministrato a pazienti allergici a una delle sue componenti.
Effetti collaterali vaccino herpes zoster
Quando ci si sottopone a un vaccino si ha sempre un grande timore degli effetti collaterali. Occorre tenere presente che, tutti i vaccini sono sicuri e testati e che eventuali fastidi svaniscono in poco tempo.
Gli effetti collaterali del vaccino herpes zoster sono per lo più transitori e si risolvono in breve tempo. La somministrazione può provocare dolore e gonfiore nella sede dell’iniezione, mal di testa, indolenzimento muscolare, stanchezza e poche linee di febbre. Effetti avversi più seri si manifestano molto di rado.
Per la somministrazione del vaccino anti herpes zoster bisogna rivolgersi al proprio medico o ASL di competenza. Essi sapranno consigliarvi se sottoporvi al vaccino con virus vivo attenuato o a quello ricombinato. Inoltre, molte regioni effettuano ogni anno campagne vaccinali gratuite rivolte a persone di età superiore ai 50 anni.
In ogni caso, il vaccino è disponibile sul mercato a carico del paziente, basterà acquistarlo e recarsi dal proprio medico per la somministrazione. Per chi ha più di 65 anni di età il vaccino è offerto gratuitamente dal SSN.
Il vaccino per il fuoco di Sant’Antonio non ha interazioni, né effetti collaterali, se somministrato insieme a quello antinfluenzale.
Cos’è il fuoco di Sant’Antonio
Il fuoco di Sant’Antonio è una malattia infettiva causata dal virus varicella zoster (vzv), lo stesso che causa la varicella. Il suo nome deriva da due parole greche, che sono “herpeton” e “zoster”, le quali possono essere tradotte in “serpente” e “cintura”.
Questo nome descrive i sintomi della malattia cioè una sensazione di bruciore e dolore causata dalle eruzioni vescicolari che si manifestano sul tronco, come una cintura. Il nome “fuoco di Sant’Antonio” deriva da Sant’Antonio Abate frate che soffriva di questa patologia.
La prima volta che l’organismo contrae il virus herpes zoster, si sviluppa la varicella, malattia che colpisce per lo più i bambini. Dopo la guarigione, il virus rimane all’interno dell’organismo e, nascosto all’interno dei nervi, sfugge all’azione delle difese immunitarie.
Quando si abbassano le difese immunitarie, ad esempio in un periodo di stress o quando si inizia a invecchiare, il virus varicella torna attivo e causa il fuoco di Sant’Antonio.
Esso causa eruzioni cutanee con macchie rosse che diventano bolle o vesciche in breve tempo. La zona colpita tende a provocare dolore e addirittura prurito. Come conseguenza della malattia spesso si sviluppa la sindrome NPH (nevralgia post-erpetica).
Il vaccino anti herpes zoster è l’unico modo per evitare di contrarre la malattia e le sue numerose complicanze.
Sintomi
Il fuoco di Sant’Antonio ha moltissimi sintomi: febbre, senso di malessere fisico, mal di stomaco, mal di testa e in alcuni casi brividi.
Tuttavia, una delle sue manifestazioni principali è il dolore che si manifesta prima e durante lo sfogo ma può anche continuare dopo di esso.
In aggiunta a questo dolore che ha un’intensità moderata-severa, moltissimi soggetti soffrono anche di formicolio e prurito. In alcuni casi il dolore è pulsante, acuto, lancinante e addirittura trafittivo. Moltissimi soggetti affetti da questa malattia avvertono anche un fortissimo dolore nella zona sinistra del petto, molto simile a un dolore al cuore.
In casi molto rari, si infettano anche i neuroni motori che si trovano nelle corna del midollo spinale: questo può causare una vera e propria paralisi motoria.
La nevralgia post-erpetica
È una complicanza dell’herpes zoster, che si sviluppa dopo la guarigione. Nella zona dove c’erano le bolle si manifesta un dolore acuto (nevralgia) che può durare settime e o addirittura mesi. Al dolore è associata una sensazione di intenso bruciore e un’elevata sensibilità della parte colpita.
Ciò, ovviamente, provoca anche gravi disagi a chi ne soffre, costringendo ad assenze dal lavoro e dalle proprie attività quotidiane. La probabilità di avere la nevralgia post-erpetica aumenta con l’età, per questo motivo è importante vaccinarsi contro l’herpes zoster.
Ricordiamo che sopra i 65 anni di età il vaccino è gratuito.
Cause dell’herpes zoster
Quando si entra in contatto per la prima volta con il virus herpes zoster, tutti i soggetti che non hanno fatto il vaccino contro il fuoco di Sant’Antonio sviluppano la comunissima varicella: essa si manifesta con la comparsa di diverse chiazze rosse che si trasformano ben presto in vescicole.
In casi molto rari, la varicella si presenta in modo totalmente privo di sintomi: tuttavia, anche una volta guariti, il virus continua a vivere all’interno del corpo.
Anche se il sistema immunitario sviluppa gli anticorpi per neutralizzare il virus, esso non viene sconfitto in maniera definitiva ma si nasconde all’interno dei nervi restando silente per decenni. Un abbassamento delle difese immunitarie può provocare la riattivazione del virus varicella e causare la malattia.
Si stima che il 20% delle persone che hanno contratto la varicella si ammalino poi di fuoco di Sant’Antonio.
Chi non ha mai avuto la varicella non può avere il fuoco di Sant’Antonio. Chi l’ha avuta da bambino può rischiare che il virus si riattivi e causi il fuoco di Sant’Antonio.
Perché fare il vaccino contro herpes zoster
Tutte le persone a partire dai 50 anni di età dovrebbero sottoporsi al vaccino contro herpes zoster. Con l’avanzare degli anni il sistema immunitario si indebolisce e si è più soggetti a contrarre i virus e a subire le loro complicanze.
Il fuoco di Sant’Antonio oltre a essere molto doloroso può danneggiare nervi e tessuti; le sue complicazioni possono durare mesi e anche anni limitare fortemente la vita quotidiana.
Essendo un virus può provocare anche focolai, soprattutto nelle comunità di pazienti fragili quali, per esempio, le case di cura. In questo caso, gli effetti più gravi della malattia (come l’NPH) colpiranno persone già debilitate causando danni, anche gravi.
Per evitare tutto queste complicazioni è sufficiente fare il vaccino contro herpes zoster: basta una somministrazione per quello a virus vivo attenuato, mentre quello ricombinante viene somministrato in due dosi.
La vaccinazione è la protezione migliore e più sicura per evitare una malattia dai risvolti potenzialmente gravi e preservare la salute e il benessere.
Fonti