ernia ombelicale neonato

L’ernia ombelicale nel neonato desta sempre molta preoccupazione nei genitori. Essi si chiedono se è pericolosa, se scomparirà da sola o se sarà necessario l’intervento chirurgico.

Questo tipo di ernia è molto comune nei neonati e nei bambini fino ai due anni. Nella maggior parte dei casi tende a risolversi spontaneamente e solo raramente è necessario ricorrere alla chirurgia.

L’ernia ombelicale nel neonato è causata da un difetto congenito della parete addominale, perciò non esistono terapie o tecniche per evitarla.

In questo articolo vedremo da cosa è causata e come trattarla, le possibili complicazioni e come affrontare serenamente il ricovero in ospedale e l’intervento.

Ernia ombelicale nel neonato: cos’è

L’ernia ombelicale nel neonato rientra nella più vasta categoria delle ernie addominali. Essa è la protrusione, cioè la fuoriuscita, di una parte di intestino o di omento (la membrana che riveste gli organi addominali) dall’anello ombelicale.

Durante la gravidanza il feto è collegato alla madre attraverso la placenta e il cordone ombelicale. Quest’ultimo passa attraverso un foro nella parete addominale del bambino. Una volta nato e cicatrizzato il cordone ombelicale, questo foro si dovrebbe richiudere.

Quando questo non avviene i visceri fuoriescono provocando l’ernia.

L’ernia ombelicale del neonato interessa circa il 20% dei bambini nati a termine e l’80% dei bambini nati prematuri. È più frequente nelle femmine e tra gli afroamericani.

È quindi una situazione estremamente diffusa che però genera sempre ansia e preoccupazione nei neo genitori.

A differenza dell’ernia ombelicale che colpisce gli adulti, nei bambini tende a risolversi spontaneamente tra i 18 e i 24 mesi. In questa fase infatti il bambino inizia a camminare: la posizione eretta favorisce lo sviluppo dei muscoli dell’addome che contengono i visceri.

L’ernia ombelicale, può essere causata anche da altre malattie quali ipotiroidismo, sindrome di Down, sindrome di Freeman-Sheldon (che provoca anomalie ossee e dimorfismi).

In alcuni casi l’ernia ombelicale può richiudersi negli anni seguenti ma se permane, intorno ai 5 anni, bisogna valutare insieme al pediatra l’intervento chirurgico.

L’ernia ombelicale può presentarsi anche durante la vita intrauterina. Se si sviluppa entro il terzo mese di gravidanza è detta ernia embrionale. Essa consiste nella mancata chiusura della parete addominale ed è incompatibile con la vita.

L’ernia fetale, invece, compare dopo il primo trimestre di gravidanza quando la parete addominale è già sviluppata. In questo caso l’anello fetale resta molto ampio e deve essere ridotto. Si interviene quindi con la chirurgia fetale prima della nascita.

Non esistono trattamenti preventivi per evitarne la comparsa, poiché l’ernia ombelicale nei bambini è dovuta a un difetto congenito. Le fasciature addominali, utilizzate per le ernie degli adulti, non hanno alcuna utilità e possono solo causare fastidio, soprattutto ai bambini molto piccoli.

Come si manifesta

L’ernia ombelicale si manifesta in genere tra la caduta del moncone ombelicale (pochi giorni dopo la nascita) e il sesto mese di vita.

Appare, in maniera inequivocabile, con un rigonfiamento di dimensione variabile (da 1 a 5 centimetri) nella zona ombelicale. La cute che la ricopre è molto sottile e talvolta può arrossarsi, soprattutto dopo lunghi pianti.

Diventa più evidente e sporgente in seguito al pianto prolungato, a sforzi fisici o all’espulsione delle feci. In questi casi può essere utile somministrare al bambino integratori per la stitichezza. Questi ultimi ammorbidiscono le feci e riducono gli sforzi durante l’evacuazione.

L’ernia ombelicale nel neonato è morbida al tatto e, a differenza dell’ernia ombelicale degli adulti, non provoca né dolore né fastidio.

Complicazioni

Le ernie addominali possono causare complicanze anche gravi. Nei bambini ciò avviene molto di rado ma è importante saperne riconoscere i sintomi per intervenire in modo tempestivo.

L’ernia ombelicale può andare in contro a due complicanze: lo strozzamento dell’ernia e l’occlusione intestinale.

Si ha l’ernia strozzata quando una parte delle viscere resta intrappolata nel foro da cui è fuoriuscita. In questo caso ci può essere un’interruzione del flusso sanguigno che può causare la morte (necrosi) dei tessuti intestinali.

La strozzatura dell’ernia provoca crampi addominali, nausea e vomito. In presenza di questi sintomi, quando il bambino soffre di ernia ombelicale, bisogna rivolgersi subito al pediatra o al Pronto Soccorso.

L’occlusione intestinale è provocata da una parte di ernia che, incastrata nel foro addominale, impedisce il passaggio delle feci e del contenuto dell’intestino. Anche in questo caso i sintomi sono dolori addominali molto forti, nausea e vomito. Quando il bambino ha un’ernia ombelicale questi potrebbero essere campanelli di allarme da non sottovalutare. Per questo occorre rivolgersi al pediatra o al più vicino Pronto Soccorso.

Sia in caso di ernia strozzata che di occlusione intestinale l’unico rimedio è l’intervento chirurgico.

Sottolineiamo che sono evenienze estremamente rare nei bambini ma di cui bisogna tenere conto.

Trattamento dell’ernia ombelicale nei bambini

La diagnosi di ernia ombelicale nei bambini è clinica. In casi dubbi o particolarmente complessi il medico potrà richiedere il supporto di esami diagnostici per immagini.

L’ernia ombelicale nei piccoli pazienti in genere guarisce da sola, entro i primi due anni di vita. Se così non fosse occorre attendere i cinque anni, età in cui il problema si risolve spontaneamente.

Se in questo periodo di tempo l’ernia causa dolore o diventa molto grande allora, il pediatra valuterà se ricorrere all’intervento chirurgico.

Quest’ultimo è necessario se, superati i 5 anni di età, l’ernia ombelicale non rientra da sola. Nelle femmine, infatti l’ernia ombelicale potrebbe causare problemi in età adulta durante la gravidanza. Nei maschi l’indicazione è di solito a fini estetici. Tuttavia, crescendo e praticando sport che mettono sotto stress i muscoli addominali si potrebbe avere un peggioramento della situazione.

Il trattamento dell’ernia ombelicale nei bambini avviene mediante intervento chirurgico in anestesia generale (per evitare movimenti che possono essere pericolosi) e in regime di day hospital.

Viene praticata un’incisione attorno all’ombelico, viene rimossa l’ernia e si applicano punti di sutura.

A differenza di quanto avviene per gli adulti, in questo caso non vengono applicati reti biocompatibili per chiudere la parete addominale.

Dopo qualche ora in osservazione i piccoli pazienti possono rientrare a casa e osservare qualche giorno di riposo.

Il decorso post operatorio è abbastanza breve e, in caso di dolore, il pediatra può prescrivere farmaci antidolorifici. La ripresa delle attività sportive può avvenire a poche settimane dall’intervento, dopo l’approvazione del medico.

Ernia inguinale nel neonato

Un altro tipo di ernia molto comune nei neonati è l’ernia inguinale. Anch’essa, come l’ernia ombelicale, è un difetto congenito. Colpisce per lo più i maschi nati prematuri, soprattutto di gravidanze gemellari, meno le femmine. Il rapporto maschi- femmine è di 6:1 e nel 60% dei casi l’ernia si presenta sul lato destro.

L’ernia inguinale è la protusione di una parte dei visceri dal canale peritoneo vaginale. Quest’ultimo collega l’addome con lo scroto. Verso la fine della gravidanza, quando il testicolo del feto è sceso nello scroto, questo canale dovrebbe richiudersi. Se ciò non avviene, dopo la nascita, c’è un’alta probabilità che si formi l’ernia.

L’ernia inguinale si manifesta con un rigonfiamento nella zona inguinale, solitamente non da dolore ed è abbastanza morbida al tatto.

Diventa più visibile quando il bambino piange, defeca e passa molto tempo in posizione eretta. Quando il bambino si sdraia l’ernia tende a scomparire alla vista.

La diagnosi è clinica, mediante anamnesi del paziente e palpazione dell’addome.

L’ernia inguinale non guarisce spontaneamente ma è necessario un intervento chirurgico per evitare gravi complicazioni.

L’operazione può essere effettuata in laparoscopia o a cielo aperto.

Solitamente avviene in anestesia locale e in regime di day hospital: dopo poche ore il piccolo paziente può tornare a casa.

Il decorso post operatorio richiede qualche giorno di riposo, dopo qualche settimana con l’assenso del medico, il bambino potrà tornare alla pratica sportiva.

Ernia dei bambini e ricovero in ospedale

In caso di ernia ombelicale e inguinale nei bambini il ricovero è, nella maggior parte dei casi, di poche ore. Tuttavia può rappresentare un trauma per i bambini e una causa di forte ansia per i genitori.

Affrontare questo momento con serenità è fondamentale, ecco alcuni consigli per aiutarvi a viverlo meglio.

Nel caso di bambini molto piccoli, che non hanno ancora sviluppato la percezione spazio- tempo, annunciate l’intervento un paio di giorni prima. Spiegate quel che succederà in maniera semplice e sincera e sì, dite anche che proverà un po’ di dolore.

Portate con voi il suo oggetto preferito e durante le visite mantenete sempre un contatto fisico con il bambino. Questo lo farà sentire sicuro e protetto e lo aiuterà a condividere il suo disagio.

Nel caso di bambini più grandi (3- 5 anni) che sono in grado di comprendere la realtà, è molto importante essere sinceri su quello che verrà loro fatto. In questi casi anche il medico si rapporta al bambino con parole semplici e chiare.

Nel post intervento, quando dovrà stare a riposo, il disegno sarà molto utile per rielaborare le emozioni.

Ai genitori consigliamo di vivere questo momento con serenità, dedicandosi completamente al bambino e ai suoi bisogni.

In ogni reparto di pediatria è presente personale sanitario preparato e in grado di supportare la salute e il benessere i genitori e i bambini in questa delicata fase.

Fonti

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

Istituto Superiore di Sanità